[1] Le comunicazioni poste a carico degli organi di gestione, controllo o assistenza delle procedure disciplinate dal presente codice sono effettuate con modalità telematiche al domicilio digitale risultante dall’Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC) delle imprese e dei professionisti, quando i destinatari hanno l’obbligo di munirsene.
[2] Gli organi di cui al comma 1 attivano, dandone tempestiva comunicazione agli interessati, un domicilio digitale, da utilizzare esclusivamente per le comunicazioni inerenti alla procedura:
a) ai creditori e ai titolari di diritti sui beni che non hanno l’obbligo di munirsene;
b) ai soggetti che hanno sede o che risiedono all’estero;
c) al debitore e al legale rappresentante della società o ente sottoposti a una delle procedure disciplinate dal presente codice.
[3] Le comunicazioni ai soggetti per i quali la legge prevede l’obbligo di munirsi di un domicilio digitale e che non hanno provveduto ad istituirlo o comunicarlo sono eseguite esclusivamente mediante deposito in cancelleria. Si procede con le stesse modalità nelle ipotesi di mancata consegna del messaggio elettronico per cause imputabili al destinatario. Le disposizioni di cui al secondo periodo si applicano anche ai soggetti cui è stato assegnato un domicilio digitale ai sensi del comma 2.
[4] Per tutta la durata della procedura e per i due anni successivi alla relativa chiusura, gli organi di cui al comma 1 sono tenuti a conservare i messaggi elettronici inviati e ricevuti.
[5] Ai fini della validità ed efficacia delle predette comunicazioni, alla posta elettronica certificata è equiparato il servizio di recapito certificato ai sensi dell’articolo 1, comma 1-ter, del codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
[6] Le spese per l’attivazione del domicilio digitale previsto dal comma 2 sono a carico della massa.
A) Inquadramento funzionale:
A)Inquadramento funzionale:I. La giustizia civile digitale
I.La giustizia civile digitale1 Da tempo il nostro Paese ha investito nella giustizia digitale. Il processo civile telematico è una realtà che dopo i primi anni di rodaggio appare oggi un istituto largamente funzionale e in grado di conseguire oggettivi risparmi in termini di tempi e di costi. Sulla scia di tale innovazione tutto il comparto delle notificazioni e delle comunicazioni previsto nel codice della crisi è affidato agli strumenti di comunicazione digitale e in particolare ad un uso massiccio della posta elettronica certificata che diviene il mezzo ordinario per l’effettuazione delle comunicazioni tra gli organi della procedura, i creditori e gli uffici di cancelleria. La necessità di semplificare il sistema delle comunicazioni ha indotto il legislatore a prevedere che a cura della procedura e con oneri a carico della procedura tutti gli interlocutori della procedura divengano assegnatari (ove già non ne dispongano per legge) di specifici indirizzi di posta elettronica certificata che costituiscono l’effettivo domicilio digitale.